Fototipo

Molti sono abituati a guardare l’abbronzatura soprattutto dal punto di vista estetico, come un piacevole regalo dell’estate, e non vedono l’ora che arrivi la bella stagione per esporsi al sole e conquistare così un colorito ambrato su tutto il corpo.

L’abbronzatura rappresenta, però, molto di più: è il risultato del meccanismo di difesa che la cute attua di fronte all’azione delle radiazioni solari attraverso la produzione di melanina (pigmento cui si deve il naturale colore della pelle, dei capelli e degli occhi), da parte di alcune specifiche cellule (i melanociti). Questo pigmento ha la capacità di assorbire i raggi UV emessi dal sole, limitando i danni che altrimenti causerebbero alle cellule cutanee sia a breve termine, come le scottature, sia a lungo termine, come patologie ben più gravi.

Ma non in tutte le persone questo meccanismo difensivo si attiva allo stesso modo. Così, se per alcuni sdraiarsi al sole comporta come principale conseguenza una pelle abbronzata, per altri esporsi ai raggi solari può tradursi, invece, in eritemi e scottature, segno che la produzione di melanina non è avvenuta in maniera sufficiente e/o sufficientemente veloce. Ciascuno, quindi, ha una diversa reattività alla luce solare, in gran parte collegata ad alcune caratteristiche somatiche, come il colore della pelle, il colore degli occhi e il colore dei capelli; in genere, infatti, chi ha la pelle scura o la pelle olivastra e i capelli scuri è meno sensibile ai raggi solari e tende ad abbronzarsi più facilmente rispetto a chi ha la pelle chiara e gli occhi azzurri.

Come si può intuire, sapere quanto la propria cute è sensibile o meno ai raggi ultravioletti è particolarmente prezioso in un’ottica di prevenzione, per poter godere dei benefici del sole in sicurezza, riducendo al minimo i rischi per la salute della pelle. Per farlo è necessario conoscere il proprio fototipo: vediamo, quindi, insieme di cosa si tratta, come individuare il proprio e come agire di conseguenza.

Che cos’è il fototipo?

Con il termine fototipo, in dermatologia, ci si riferisce a una classificazione basata sulla carnagione, sul colore dell’iride e della chioma e sulla conseguente reattività ai raggi ultravioletti.

Tutti questi aspetti sono legati non tanto al numero di melanociti presenti (che si trovano nello strato più profondo dell’epidermide, il derma, a livello del follicolo pilifero e nell’iride), che è sostanzialmente simile in tutte le persone, ma a numero, forma e dimensioni dei melanosomi e alla loro distribuzione nei cheratinociti. I melanosomi sono gli organuli, presenti nei melanociti, deputati alla produzione, allo stoccaggio e al trasporto della melanina: quando sono maturi, si spostano all’interno dei cheratinociti, le cellule più abbondanti dell’epidermide (presenti anche nei capelli), per proteggerle dai raggi UV. Nella popolazione di carnagione “bianca” i menolanosomi sono meno numerosi e più piccoli di quelli presenti nella popolazione di colore.

I livelli di melanina dipendono però anche dai geni. Esiste infatti una malattia rara, ereditaria e congenita, nota come albinismo oculocutaneo, caratterizzata dalla ridotta o mancata produzione del pigmento nella pelle, nei capelli e nei peli e negli occhi proprio in seguito a una mutazione genetica. La forma più riconoscibile di albinismo si manifesta con capelli bianchi e pelle molto chiara.

La pigmentazione cutanea, della chioma e degli occhi dei soggetti affetti da albinismo può variare in base alla minore e maggiore quantità di melanina presente nell’organismo: il colore dei capelli può quindi variare dal bianco al biondo scuro, dal rosso al castano chiaro, mentre gli occhi dall’azzurro al marrone chiaro. La pelle stessa può avere una colorazione variabile, ma è sempre molto chiara ed estremamente sensibile al sole (e quindi particolarmente esposta agli effetti negativi dei raggi ultravioletti).

Classificazione dei fototipi

La classificazione dei fototipi più universalmente conosciuta e usata è stata messa a punto da Thomas Fitzpatrick.Vediamo nella seguente tabella le caratteristiche di ciascuno fototipo.

Fototipo Colore dei capelli Colore degli occhi Colore della pelle ed eventuali altre caratteristiche Reazione all’esposizione solare
Fototipo I Capelli rossi o biondi Occhi chiari (azzurri, grigi, verdi) Carnagione molto chiara con efelidi Estremamente sensibile al sole, si scotta sempre e non si abbronza
Fototipo II Capelli biondi o castano chiaro Occhi chiari (azzurri, grigi, verdi) Carnagione chiara, spesso con efelidi Sensibile al sole, si scotta con facilità e si abbronza con difficoltà
Fototipo III Capelli castani Occhi chiari o marroni Carnagione bruno-chiara Può scottarsi ma si abbronza
Fototipo IV Capelli castano scuro o neri Occhi scuri Carnagione olivastra o scura Si scotta di rado e si abbronza con facilità
Fototipo V Capelli neri Occhi scuri Carnagione bruno olivastra Si abbronza intensamente
Fototipo VI Capelli neri Occhi neri Carnagione nera Non si scotta mai

Le efelidi (popolarmente ma impropriamente chiamate lentiggini) sono piccole macchie rosso-brune, tonde o ovali e piane, che possono comparire sulle zone del corpo esposte alla luce (per lo più su viso, décolleté e dorso delle braccia) sin dall’infanzia, in soggetti predisposti: in genere in chi ha capelli biondi o rossi caratterizzati da un fototipo chiaro (I e II). Possono aumentare di numero e intensità col tempo e sono sensibili ai raggi UV: diventano cioè più evidenti d’estate, mentre d’inverno si attenuano.

I fototipi più sensibili: rischi e prevenzione

I fototipi più sensibili sono i primi due (I e II): si scottano spesso o comunque con molta facilità e la loro pelle fatica ad abbronzarsi.

Oltre a risultare particolarmente esposto a eritemi e scottature, chi ha un tipo di pelle corrispondente al fototipo I o II ha anche un rischio maggiore di andare incontro ad altre serie problematiche.

Per i fototipi I e II, quindi, risulta particolarmente importante seguire, per l’esposizione al sole, una serie di regole di prevenzione:

  • evitare esposizioni al sole troppo prolungate e non graduali. Questo vale a maggior ragione nell’infanzia e nell’adolescenza e se si ha un fototipo chiaro. I bambini sotto l’anno, in particolare, non devono essere esposti ai raggi diretti del sole
  • evitare in generale l’esposizione al sole nelle ore centrali della giornata (tra le 11 e le 16 circa)
  • esporsi al sole con un’adeguata protezione solare, che comprende indumenti protettivi (cappello con visiera, maglietta, occhiali da sole) e crema solare
  • la crema solare deve avere un fattore di protezione (SPF) adeguato al fototipo: tanto più basso è il fototipo, tanto maggiore deve essere il fattore di protezione; è bene scegliere un prodotto che protegga sia dagli UVB sia dagli UVA
  • la crema solare non va intesa come un “lasciapassare” per esporsi troppo a lungo al sole, ma deve essere applicata in dosi adeguate più volte durante l’esposizione (ripetendo l’applicazione dopo eventuali bagni o docce), e con particolare cura su alcune parti del corpo naturalmente più esposte e a rischio di scottature (naso, orecchie, petto, spalle, dorso del piede e, se si è calvi, cuoio capelluto)
  • al mare è bene ricordare che sabbia e acqua riflettono i raggi solari, aumentando l’esposizione ad essi, mentre in montagna il sole è più vicino (e la neve riflette come l’acqua); quindi, in questi ambienti la protezione è fondamentale; inoltre, un cielo nuvoloso non deve trarre in inganno in quanto si è comunque esposti ai raggi ultravioletti ed è necessario proteggersi
  • può essere utile, anche chiedendo consigli in proposito al medico, assumere nutrienti capaci di stimolare la produzione di melanina, sia con l’alimentazione sia ricorrendo a specifici integratori a cominciare da qualche settimana prima dell’esposizione al sole, proseguendo poi durante e dopo. Questi integratori non sostituiscono comunque la crema solare e le altre indicazioni protettive sin qui descritte
  • è bene ricordare, invece, che gli autoabbronzanti hanno solo un effetto estetico, che non prepara la pelle al sole, così come l’uso delle lampade solari UVA, che anzi rappresentano un ulteriore fattore di rischio per la salute della pelle.

 

Attenzione, però, le stesse strategie preventive sono importanti anche per chi ha fototipi più scuri perché, pur abbronzandosi, non è completamente immune dai rischi di un’esposizione eccessiva e sprovveduta ai raggi ultravioletti. Avere un fototipo chiaro, del resto, è solo uno dei fattori di rischio per la salute della pelle.

Per la prevenzione è importante anche che tutti, e a maggior ragione quanti hanno un fototipo più sensibile, svolgano un regolare autoesame della pelle, osservandola con cura, per individuare e valutare la comparsa e/o la modifica dell’aspetto (compreso l’eventuale sanguinamento) di nei, macchie, lesioni, neoformazioni, da sottoporre all’attenzione del medico curante, che potrà prescrivere una visita specialistica per un’eventuale diagnosi. A chi presenta fattori di rischio, in genere, sono anche proposti controlli periodici dal dermatologo.

Fonti

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