A tutti, almeno una volta nella vita, è successo di alzarsi dal letto e, guardandosi allo specchio, trovare un brufolo o un punto nero sul viso, sul naso o sulla fronte. Si tratta di una manifestazione dermatologica piuttosto comune che rappresenta un problema più che altro sul fronte estetico e psicologico. Scopriamo di più su questo tema!

    Cosa sono i brufoli?

    Con il termine “brufoli” (spesso chiamati anche foruncoli o pustole) ci si riferisce a una manifestazione dermatologica che vede la comparsa di piccole escrescenze cutanee di colore rosso, contenenti pus o sebo. In sostanza, si tratta di un processo infiammatorio che coinvolge il follicolo pilo-sebaceo, ovvero la struttura costituita da follicolo pilifero, pelo e ghiandola sebacea, la quale è responsabile della produzione del sebo.

    Il follicolo pilifero è una introflessione dell’epidermide (lo strato cutaneo più superficiale) nel derma (lo strato più profondo), una sorta di piccolo condotto che, in profondità, è caratterizzato da una dilatazione, il bulbo pilifero, dove ha origine il pelo, e che prosegue verso l’alto restringendosi con il cosiddetto colletto, fino allo sbocco sulla superficie cutanea (il poro). Nel follicolo, a livello del colletto, sfocia il sebo prodotto dalla ghiandola sebacea annessa, un secreto oleoso che, raggiungendo la superficie della pelle attraverso i pori, la lubrifica naturalmente, contribuendo alla costituzione del cosiddetto film idrolipidico, il sottile strato protettivo dell’epidermide.

    Il follicolo pilifero, per varie ragioni, può occludersi, facilitando la moltiplicazione dei batteri normalmente presenti sul derma, che possono provocare infiammazione e infezione all’interno del follicolo ostruito. È in questo modo che si forma il brufolo vero e proprio: un piccolo rilievo, spesso dolente, che solitamente presenta al centro una punta bianca, dovuta proprio alla presenza di pus.

    Normalmente, i follicoli pilo-sebacei sono presenti in tutte le parti del corpo ricoperte da peluria (peli o capelli), ma in alcune aree sono particolarmente numerosi oppure hanno ghiandole sebacee di dimensioni maggiori: è proprio in queste zone che si riscontra solitamente con più frequenza la presenza di brufoli. Tra queste rientrano, per esempio, il volto (in particolare sulla fronte, sul naso, sulle guance e sul mento), il collo, il cuoio capelluto, la parte alta della schiena, le spalle, il torace e il sedere.

    In via generale, i brufoli sono una manifestazione molto comune, tipica soprattutto degli adolescenti e dei giovani adulti in preda ai cambiamenti ormonali; possono, però, interessare anche i bambini e sono numerosi gli adulti che continuano ad averli anche in età più avanzata.

    Tipologie di brufoli

    I brufoli possono essere classificati in diverse tipologie, che variano in considerazione di due principali fattori: la presenza o meno di un processo infiammatorio e la profondità della lesione. A seconda di questi elementi, quindi, i brufoli possono essere distinti in:

    • punti neri (comedoni aperti): follicoli piliferi dilatati e ostruiti da materiale di colore scuro, a causa dell’ossidazione del sebo;
    • punti bianchi (comedoni chiusi): follicoli piliferi dilatati e ostruiti da sebo e cellule morte che si presentano, però, come “brufoli sotto cutanei”, riconoscibili da una piccola protuberanza di colore chiaro;
    • papule: piccoli rilievi di colore rosa, che spesso causano dolore;
    • pustole: escrescenze cutanee simili alle papule, riconoscibili da una punta bianca da cui fuoriesce materiale purulento;
    • noduli: grumi consistenti e spesso dolorosi, localizzati sotto il derma;
    • cisti: lesioni profonde e dolore, piene di pus, che possono dare luogo a cicatrici.

     

    Per quanto riguarda la diagnosi, infine, non sono necessari specifici esami, ma è sufficiente sottoporsi a una visita medica da un dermatologo.

    Cause della comparsa dei brufoli

    I brufoli sono uno dei segni tipici dell’acne volgare (o giovanile), una malattia infiammatoria della pelle molto diffusa soprattutto tra gli adolescenti (ma che può presentarsi anche in età adulta e, seppur più raramente, nei bambini). Tale condizione si presenta comunemente in coincidenza con la pubertà, il periodo dello sviluppo sessuale che ragazzi e ragazze attraversano generalmente tra i 14 e i 16 anni; in questo periodo, quindi, la comparsa di eruzioni cutanee è considerata normale.

    Le cause esatte che portano allo sviluppo dell’acne e, di conseguenza, all’insorgenza dei brufoli non sono ancora completamente note. Nonostante questo, però, esistono una serie di fattori e condizioni che possono favorirne la comparsa:

    • familiarità: è probabile che ci sia una certa predisposizione familiare a sviluppare questa patologia;
    • fattori e squilibri ormonali: le ghiandole sebacee, normalmente, producono sebo se stimolate dagli ormoni androgeni. Se le ghiandole si rivelano particolarmente sensibili, soprattutto in presenza di cambiamenti nell’equilibrio ormonale legati, per esempio, alla pubertà, alla gravidanza o al ciclo mestruale), possono aumentare di dimensioni e produrre sebo in eccesso, rendendo la pelle grassa e untuosa e favorendo la comparsa di tale condizione;
    • utilizzo di alcuni farmaci;
    • applicazione di cosmetici comedogenici: si tratta di prodotti che facilitano l’ostruzione dei follicoli piliferi;
    • stress: di per sé non determina la comparsa dell’acne, ma può contribuire a peggiorare l’entità di brufoli e imperfezioni già esistenti;
    • depilazione e rasatura: spesso queste attività irritano i follicoli piliferi;
    • proliferazione batterica.

     

    In aggiunta a questi fattori, vi sono ulteriori condizioni che possono provocare l’insorgenza o la ricomparsa dell’acne e, di conseguenza, dei brufoli. Tra queste vi sono: la pressione o l’attrito esercitati sulla pelle da indumenti troppo stretti, caschi, zaini, ecc., la sindrome dell’ovaio policistico e il fumo.

    Indagando in merito alle cause che possono determinare la comparsa dei brufoli e dell’acne si riscontrano anche diversi aspetti controversi e luoghi comuni che sono ritenuti responsabili di tali condizioni ma che, in realtà, non hanno ancora trovato un appoggio scientifico. Tra questi rientrano:

    • alimentazione: per parecchio tempo si è ritenuto che seguire uno scorretto regime alimentare e, in particolare, consumare cibi particolarmente grassi potesse favorire la comparsa di foruncoli. Attualmente, però, non risulta una correlazione stretta tra acne, brufoli e determinati cibi, anche se una dieta ad alto indice glicemico (ovvero ricca di zuccheri), sembra possa peggiorare la condizione di partenza;
    • pulizia della pelle: nonostante i brufoli siano considerati delle impurità, non significa che siano connessi a una scarsa detersione cutanea, anzi, paradossalmente questi possono più facilmente presentarsi su pelli sottoposte a lavaggi e detersioni troppo frequenti e/o con prodotti particolarmente aggressivi, che possono danneggiare la barriera cutanea e stimolare una maggior secrezione di sebo. Lavare il viso più di due volte al giorno, per esempio, potrebbe peggiorare le condizioni della pelle;
    • esposizione al sole: sebbene molte persone siano convinte che l’esposizione ai raggi solari sia in grado di migliorare l’aspetto della pelle, “asciugando” eventuali brufoli e imperfezioni, attualmente non esistono prove a sostegno di questo effetto positivo;
    • spremere i brufoli: molti ritengono che la via migliore per eliminare queste manifestazioni cutanee sia quella di “spremerli”, ma questa pratica in realtà, soprattutto se eseguita a casa e con strumenti non idonei, potrebbe contribuire al peggioramento della condizione e provocare la comparsa di cicatrici.

     

    Come trattare ed eliminare i brufoli

    Nonostante la tentazione di spremere i brufoli per eliminarli sia fortissima, gli specialisti concordano sul fatto che quest’operazione non vada eseguita. Spremendoli, infatti, si rischia di favorire una diffusione dell’infiammazione, anche perché è fondamentale ricordare che le mani sono spesso portatrici di germi e, quindi, possono essere veicolo di infezione (per lo stesso motivo è opportuno anche evitare di grattarsi nel caso si avverta prurito in prossimità dei brufoli). Inoltre, schiacciare i brufoli aumenta il rischio di lasciare segni sulla pelle, anche indelebili, come macchie e cicatrici.

    Generalmente, un caso isolato di comparsa di un brufolo tende a scomparire spontaneamente, senza richiedere particolari interventi. In caso di acne, invece, i trattamenti disponibili sono numerosi e hanno principalmente lo scopo di guarire le lesioni presenti, evitare lo sviluppo di nuove infiammazioni e prevenire la comparsa di cicatrici. È fondamentale ricordare, però, che in caso di acne (soprattutto se severa) è necessario rivolgersi a un dermatologo ed evitare i rimedi “fai da te”; dopo un’attenta analisi, infatti, sarà lo specialista a indicare la cura più adeguata al singolo caso.

    Nel caso dell’acne, in particolare, il trattamento farmacologico, è indicato dal medico per cercare non solo di curare la condizione, ma anche di limitare e/o contrastare i fattori che possono favorire la comparsa dei brufoli, come l’eccessiva produzione di sebo, l’accumulo di cellule nei follicoli piliferi, la proliferazione batterica e l’infiammazione.

    Tra i principali trattamenti indicati dal medico vi sono i farmaci topici, cioè creme o lozioni da applicare sulla pelle, o medicinali da prendere per bocca e i rimedi non farmacologici: la scelta dipende dall’entità e dal tipo di acne, ma anche dalle caratteristiche del soggetto, per cui è assolutamente fondamentale rivolgersi a un dermatologo che valuterà il singolo caso (in genere è sufficiente la visita, anche se in alcuni casi possono essere indicati ulteriori accertamenti, per esempio esami del sangue). Anche se alcuni rimedi non richiedono la prescrizione, è sempre opportuno avvalersi del parere del medico, anche perché va ricordato che i trattamenti antiacne possono richiedere anche diverse settimane (almeno 6) di uso prima di mostrare segni di miglioramento e non sono scevri da possibili effetti collaterali, quali arrossamenti, bruciore e irritazione della pelle.

    Per trattare i casi più lievi di brufoli e acne, il medico può indicare i seguenti prodotti:

    • acido azelaico: un acido naturalmente presente in diversi cereali (orzo, segale e frumento), che si è rivelato in grado di eliminare i microrganismi presenti sulla pelle, riducendo il gonfiore;
    • perossido di benzoile: un agente cheratolitico che non irrita la pelle, ma può provocare secchezza;
    • retinoidi: questi derivati della vitamina A aiutano a prevenire l’ostruzione dei pori;
    • acido salicilico: sottoforma di lozioni detergenti, aiuta a eliminare le cellule morte della pelle, prevenendo l’ostruzione dei follicoli piliferi.

     

    Nelle forme moderate, gravi, o in quelle che non rispondono ad altri trattamenti, è bene fare riferimento al dermatologo, che saprà identificare le cause e prescrivere la terapia più appropriata. Questa spesso prevede la prescrizione di antibiotici, sostituti ormonali per via orale e, nei casi più severi dell’isotretinoina, un retinoide di sintesi in grado di curare completamente la condizione dopo circa 15-20 settimane di terapia. Quest’ultima, però, può provocare numerosi effetti indesiderati, quindi è fondamentale discutere con il proprio medico prima di intraprendere il trattamento.

    Trattamenti non farmacologici, ma da effettuarsi comunque sotto controllo e consiglio medico, possono comprendere:

    • peeling, ossia trattamenti che permettono la rimozione dello strato cutaneo più superficiale attraverso l’applicazione sulla cute di sostanze ad azione esfoliante come l’acido salicilico o l’acido glicolico (peeling chimico) o tramite sfregamento da parte di un dermatologo o di un altro specialista, sfruttando strumenti specifici (peeling meccanico);
    • terapie fotodinamiche o luce pulsata, ovvero trattamenti che sfruttano la luce per migliorare i sintomi acneici , in quanto i raggi luminosi sono in grado di ridurre la quantità di sebo prodotta dalle ghiandole sebacee.

    Esistono anche una serie di rimedi casalinghi che possono rivelarsi utili nel trattamento dei brufoli, ma è sempre indicato richiedere un parere medico specialistico prima di intraprendere qualsiasi trattamento, così da evitare eventuale peggioramento della condizione e/o l’insorgenza di reazioni allergiche. Tra i principali trattamenti “home made” ci sono:

    • olio dell’albero del tè: può prevenire o arrestare la proliferazione batterica e deve essere applicato su un dischetto di cotone, prima di essere delicatamente strofinato sui brufoli;
    • scrub allo zucchero o al sale: questi scrub sono in grado di esfoliare la pelle, eliminando le cellule morte depositate in superficie. Per eseguirlo è necessario bagnare il viso prima dell’applicazione e, successivamente, massaggiare la pelle con piccoli movimenti circolari per circa 30 secondi, avendo cura di risciacquare abbondantemente alla fine;
    • tè verde: le foglie secche di questo tè, se applicate sotto forma di maschera sulla pelle, possono aiutare a ridurre la produzione di sebo e svolgere un’azione antiossidante;
    • impacchi caldi: l’applicazione di calore nella zona interessata aumenta l’afflusso di sangue, favorendo la guarigione dei brufoli;
    • ghiaccio: al contrario, l’applicazione di impacchi freddi può rallentare l’afflusso di sangue, riducendo l’infiammazione e il dolore, se presente.

     

    Infine, in combinazione con i trattamenti dermatologici, può essere valutato, sempre sentendo il parere del medico, anche il ricorso a integratori alimentari contenenti micronutrienti preziosi (anche in ottica preventiva) per la salute della pelle che agiscono, da soli e in sinergia tra loro, per mantenere il naturale equilibrio cutaneo.

    Possibili complicanze

    Tra le principali conseguenze dei brufoli e, in particolare, delle condizioni severe di acne ci sono le cicatrici. Queste possono svilupparsi da qualsiasi lesione cutanea, ma sono molto più frequenti nei casi di noduli e cisti. In generale, le cicatrici sono permanenti e, considerando il fatto che nella maggior parte dei casi la zona coinvolta è il viso, possono provocare sensazioni di disagio, abbassamento dell’autostima, ansia e vergogna in coloro che ne sono colpiti, arrivando a comprometterne la qualità della vita.

    Sebbene i brufoli non influiscano sulla salute fisica, le implicazioni psicologiche dell’acne non vanno sottovalutate, in quanto possono portare anche all’alterazione dei rapporti sociali.

    Prevenzione e consigli utili

    Quando si ha a che fare con i brufoli, uno degli aspetti più importanti da considerare è la scelta, per la routine di tutti i giorni, di prodotti e cosmetici adatti (dal detergente al tonico, dall’idratante alla crema solare, dalla maschera ai prodotti per il trucco e per la rasatura).

    Oltre a optare per quelli che non favoriscono la comparsa dei brufoli (non comedogenici, cioè che non favoriscono l’occlusione dei pori), in molti casi si possono acquistare prodotti che contengono in aggiunta sostanze dotate di una qualche azione terapeutica (purificante e sebo regolatrice, cheratolitica, antimicrobica/antisettica, antinfiammatoria, ecc.). Sono preziosi nelle forme acneiche lievi, ma anche nelle forme moderate o gravi possono aiutare a ridurre gli effetti collaterali della cura in atto e, quindi, migliorare l’aderenza alla stessa. Per questo, anche per la loro scelta è bene affidarsi ai consigli del dermatologo.

    Per la detersione quotidiana (da eseguire non più di due volte al giorno e con gesti delicati) di pelli con brufoli e acne, è consigliabile per esempio un sapone o un detergente appositamente formulato (solido, liquido, in gel o schiuma), con un pH pari a 5,5. Può, inoltre, essere addizionato con specifiche sostanze (la scelta più adatta dipende dal tipo di acne o dalla fase di trattamento in cui ci si trova): per esempio, in caso di acne infiammatoria lieve, cioè con brufoli in quantità non elevata, può essere preferibile un detergente con l’aggiunta di ingredienti antisettici. Anche per la rasatura può essere consigliabile il ricorso a schiume o gel da barba contenenti antisettici.

    La pelle acneica è fragile e sensibile, anche perché la naturale barriera protettiva cutanea è alterata dai trattamenti cui è sottoposta; possono quindi essere utili cosmetici ad azione idratante (cioè capaci di fissare/o trattenere acqua sulla cute). Anche i prodotti solari sono importanti per proteggere la pelle acneica, tanto più che molti trattamenti contro i brufoli sono fotosensibilizzanti (rendono cioè la cute particolarmente sensibile al sole).

    Il make-up non è bandito, anzi, il trucco correttivo (o camouflage) può fornire un importante sostegno estetico e psicologico, a patto di scegliere prodotti specifici ad azione coprente, ma non comedogenici né irritanti. Fondamentale, inoltre, è struccarsi, avendo cura di rimuovere il trucco alla fine della giornata.

    Per quanto riguarda, invece, la prevenzione della comparsa dei brufoli, ma anche della loro ricomparsa o del loro peggioramento, è consigliabile modificare il proprio stile di vita e seguire una serie di semplici accorgimenti:

    • evitare di spremere o schiacciare punti neri e brufoli già presenti;
    • evitare di toccarsi la pelle con le mani non adeguatamente lavate;
    • detergere la pelle con prodotti adeguati e gesti delicati evitando, soprattutto se si ha la tendenza a sviluppare manifestazioni acneiche, di esagerare con la frequenza dei lavaggi;
    • scegliere cosmetici e prodotti per il make-up non comedogenici, cioè che non favoriscono l’occlusione dei pori;
    • svolgere le operazioni di rasatura e depilazione con delicatezza;
    • evitare attriti o pressioni prolungate a livello cutaneo;
    • asciugarsi delicatamente dopo la detersione, evitando di sfregare le zone interessate da brufoli ma, anzi, tamponandole con cura;
    • lavare con regolarità i capelli, soprattutto se tendono a diventare grassi e untuosi, evitando che stiano a contatto con la pelle del viso;
    • pulire regolarmente di oggetti che entrano in contatto con il viso, incluso il cellulare, i caschi, gli occhiali, i vestiti e le federe dei cuscini a letto.

     

    Brufoli e alimentazione

    Come anticipato, nonostante molti ritengano che vi siano alimenti in grado di favorire l’insorgenza dei brufoli, attualmente non esistono prove scientifiche in grado di dimostrare tale ipotesi.

    Tra i principali alimenti al centro di questi studi vi sono il latte, lo zucchero e il cioccolato, che sono stati spesso associati all’acne, ma per i quali non sono ancora stati raggiunti risultati concludenti.

    In generale, però, è stato riscontrato che seguire una dieta a basso indice glicemico comporta livelli più bassi di insulina nel sangue, livelli più bassi di androgeni e una ridotta probabilità di peggiorare le condizioni dell’acne. Sebbene l’acne sia collegata alla produzione di sebo, non è comunque consigliabile eliminare dalla propria alimentazione tutti i grassi, in quanto questi (in particolare quelli sani) sono necessari per le normali funzioni corporee; inoltre, seguire regimi alimentari poveri di grassi può causare la disidratazione cutanea, inducendo l’organismo ad aumentare la produzione di sebo.

    Se non è possibile, quindi, indicare specifici alimenti da evitare in caso di brufoli e acne, si possono, però, prendere in considerazione alcune sostante nutritive che favoriscono la salute della pelle e che, di conseguenza, possono aiutare a prevenire la comparsa di lesioni cutanee. Tra queste vi sono:

    • vitamina A: si trova nelle verdure a foglia verde, arancione o gialla, nei pomodori, nella frutta, nel pesce e nel fegato;
    • vitamina D: buone fonti di questa vitamina si trovano nel pesce grasso (salmone, tonno, sgombro e trota) e in tutti gli alimenti arricchiti con vitamine (compresi latticini, cereali e succo d’arancia);
    • vitamina E: presente nelle noci, nei semi, nelle verdure a foglia verde e negli oli vegetali.

     

    In sintesi

    I brufoli sono manifestazioni cutanee tipiche dell’adolescenza, anche se vi sono casi in cui questi si presentano anche nell’età adulta. Solitamente si tratta di piccole escrescenze cutanee di colore rosso, contenenti pus o sebo, ma possono presentarsi anche in forme più gravi ed essere una manifestazione dell’acne. Le cause d’insorgenza non sono ancora del tutto conosciute, ma tra queste rientrano la genetica, l’uso di particolari farmaci, lo stress, l’utilizzo di prodotti comedogenici e le attività di rasatura e depilazione. Generalmente i brufoli scompaiono spontaneamente e non richiedono specifici trattamenti, ma nel caso di condizioni severe è fondamentale richiedere un consulto al proprio medico o a un dermatologo, per individuare il rimedio più adatto al singolo caso. Tra quelli più comuni vi sono i farmaci a uso topico e le terapie non farmacologiche, ma esistono anche diversi trattamenti naturali che possono aiutare a lenire tale condizione. Infine, fondamentale è il ruolo della prevenzione, che passa per l’utilizzo di prodotti e saponi non aggressivi, per corrette pratiche di detersione e per l’adozione di buone abitudini igieniche.

    FAQ

    I brufoli sono contagiosi?
    No, i brufoli non sono contagiosi e non è possibile trasmetterli ad altre persone attraverso il contatto con la pelle.

    Quanto durano i brufoli?
    I brufoli durano solitamente dai tre ai sette giorni e, nella maggior parte dei casi, scompaiono spontaneamente. Quelli sottocutanei, invece, potrebbero richiedere alcune settimane di tempo prima di scomparire.

    Quando consultare il medico in caso di brufoli?
    Generalmente, in caso di brufoli, non è necessario consultare i medici, ma questo risulta fondamentale nel caso in cui questi diventino eccessivamente grandi, cambino colore o provochino dolore eccessivo.

    Fonti

    • My Cleveland Clinic, Pimples  - Accesso in data marzo 2024
    • Medical News Today, What causes pimples?  - Accesso in data marzo 2024
    • Acta DermVenereol. 2017 Jan 4;97(1):7-9. doi: 10.2340/00015555-2450.
    • Linee guida e raccomandazioni SIDeMaST, Terapia topica dell’acne lieve e moderata
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