Il cuoio capelluto è la parte più esterna della testa, cioè la zona di pelle che riveste la scatola cranica ed è ricoperta dai capelli, che la proteggono dai raggi del sole. Approfondiamo questo tema, vediamo le condizioni che possono interessarlo, sia nell’uomo che nella donna, e scopriamo come è possibile prendersi cura del proprio cuoio capelluto in ogni momento della vita.

Com’è composto il cuoio capelluto?

Il cuoio capelluto è la regione anatomica che ricopre la scatola cranica; è delimitata anteriormente dal volto e lateralmente e posteriormente dal collo. Grazie alla sua struttura complessa e articolata, il cuoio capelluto è in grado di svolgere la sua funzione di protezione dai traumi fisici e dai potenziali agenti patogeni che possono causare infezioni, oltre che di regolazione della temperatura dell’area cerebrale. Si tratta, inoltre, di un’area che svolge anche un importante ruolo estetico, in quanto è sul cuoio capelluto che crescono i capelli.

Da un punto di vista anatomico, il cuoio capelluto è composto da cinque strati:

  • pelle: lo strato che contiene i follicoli piliferi e le ghiandole sebacee;
  • tessuto connettivo denso: è uno strato molto vascolarizzato, ricco di nervi e vasi sanguigni;
  • aponeurosi epicranica (galea aponeurotica): è una struttura sottile, simile a un tendine, che collega i muscoli occipitale e frontale;
  • tessuto connettivo areolare lasso: è uno strato sottile di tessuto connettivo che contiene numerosi vasi sanguigni;
  • periostio: è lo strato esterno delle ossa del cranio.

 

Più in generale, però, è possibile dividere la struttura del cuoio capelluto in due parti: la zona epidermica e quella dermica. La prima, ovvero l’epidermide (anche conosciuta come tessuto epiteliale di rivestimento) è la parte più esterna della cute, ed è costituita da cinque strati: corneo, lucido (presente solo sulla pianta dei piedi e sui palmi delle mani), granuloso, spinoso e basale, il più interno.

Questa struttura la rende particolarmente resistente ai danni meccanici e in grado di far passare in modo selettivo le sostanze nutritive tra i diversi strati cutanei: è lo strato basale ad avere bisogno dei nutrimenti, che gli vengono forniti dal derma. La maggior parte dell’epidermide è costituita dai cheratinociti, cellule specializzate nella produzione di una proteina: la cheratina, la principale componente dei peli, dei capelli e delle unghie, che ha una funzione protettiva nei confronti degli agenti esterni, come le temperature eccessive, il calore, i raggi solari, i microrganismi pericolosi, ecc. I cheratinociti si formano nello strato più interno dell’epidermide e, durante il loro ciclo vitale risalgono verso la superficie (impiegando circa 28 giorni) per poi essere eliminati, in un processo chiamato desquamazione; in condizioni normali, questo processo non è direttamente visibile, mentre in caso di condizioni particolari del cuoio capelluto, il distacco delle cellule morte potrebbe diventare evidente e presentarsi sotto forma di squame (forfora). L’epidermide, poi, è ricoperta dal film idrolipidico, che ha un ruolo importante nel mantenere il corretto stato fisiologico della cute, in quanto ne preserva la corretta idratazione.

Subito sotto l’epidermide si trova il derma (anche conosciuto come tessuto connettivale), formato da un tessuto elastico e fibroso costituito principalmente da collagene ed elastina, e ricco di vasi sanguigni: il sangue trasporta e distribuisce alla cute le sostanze nutritive necessarie, rimuove quelle di scarto e contribuisce alla termoregolazione delle aree interessate. Il derma contiene anche numerose terminazioni nervose, oltre a essere la sede dei bulbi piliferi, da cui hanno origine i capelli, e delle ghiandole sebacee. Queste ghiandole secernono il sebo, una sostanza oleosa fondamentale per la formazione del film idrolipidico.

L’ipoderma (o strato sottocutaneo), infine, è quello più interno ed è costituito da cellule di grasso (adipose): ha il compito di isolare la pelle dalle strutture interne alla scatola cranica, garantendone quindi la termoregolazione. In quest’area ci sono poche terminazioni nervose, ma è abbondante l’irrorazione sanguigna.

I principali problemi del cuoio capelluto

Il cuoio capelluto, così come i capelli e le altre parti del corpo, può essere interessato da condizioni che ne minano la salute.

In generale, la quantità di follicoli piliferi che si trovano nel cuoio capelluto è definita fin dalla nascita per ogni individuo: se il cuoio capelluto è sano, la testa ospita in media 150 capelli per centimetro quadrato, ma il loro numero si riduce con l’avanzare dell’età. Sebbene in media i capelli sul cuoio capelluto siano circa 100.000, la loro densità è legata al colore di questi ultimi: infatti, i capelli biondi sono circa 150.000, quelli castani 110.000, quelli neri 100.000 e quelli rossi circa 90.000 [4.1].

Uno dei problemi più comuni che possono interessare il cuoio capelluto è la perdita dei capelli, ovvero un processo fisiologico generalmente associato all’invecchiamento, anche se non tutti vengono colpiti allo stesso modo. Oltre al naturale assottigliamento dei capelli dovuto all’avanzare dell’età, sono numerose le condizioni che possono causare la caduta dei capelli o il loro diradamento; quest’ultimo, in particolare, può interessare aree circoscritte del cuoio capelluto o più zone in tutta la testa. Nei bambini, per esempio, la caduta dei capelli è naturale e avviene per consentire la formazione dei capelli “maturi”.

In normali condizioni di salute, generalmente le persone perdono circa 50-100 capelli al giorno, ma una caduta più abbondante può avvenire per numerose cause, tra cui:

  • cambiamenti ormonali, per esempio quelli che interessano le donne a seguito del parto o dell’allattamento;
  • uso di prodotti per lo styling e la cura dei capelli troppo aggressivi, per esempio coloranti per capelli colorati, permanenti, asciugacapelli, piastre, ecc.;
  • acconciature che tirano troppo i capelli, per esempio code di cavallo o trecce;
  • abitudine a strappare o attorcigliare i capelli;
  • effetti collaterali di medicinali o trattamenti farmacologici;
  • modifiche alle abitudini alimentari, soprattutto se non si assumono più sufficienti quantità di nutrienti;
  • malattie autoimmuni come il lupus o l’ipertiroidismo.

 

Oltre alla caduta dei capelli, però, vi sono anche altri problemi che possono interessare direttamente il cuoio capelluto.

Per esempio, il prurito, la desquamazione e la formazione di croste sul cuoio capelluto sono condizioni piuttosto diffuse, in molti casi associate a bruciore e a dolore. Il primo, in particolare, può essere dovuto all’utilizzo di prodotti detergenti, sieri, oli e shampoo contenenti sostanze chimiche irritanti tra gli ingredienti, che rendono la cute secca e favoriscono il prurito; un’altra possibile causa è l’inquinamento atmosferico, così come la pediculosi o allergie a specifiche sostanze con cui il cuoio capelluto entra in contatto, come tinture, shampoo e lozioni. Il prurito spinge le persone a grattarsi e questo favorisce la formazione di lesioni cutanee che possono provocare infezioni.

Un ulteriore problema che comunemente colpisce il cuoio capelluto è la forfora, un’anomalia diffusa del cuoio capelluto che interferisce con il normale processo di desquamazione. In sostanza, si tratta di una “muta” del cuoio capelluto, che si manifesta con piccole scaglie bianche sulla testa, sul collo e sulle spalle: le cellule morte che vengono eliminate dalla superficie del cuoio capelluto non sono contagiose o pericolose, ma possono causare fastidio e prurito.

La forfora può essere un sintomo della dermatite seborroica, di un’infezione fungina o essere associata ad altri problemi, come i capelli grassi. Può essere secca, con piccole squame che si distaccano facilmente, oppure grassa, e in questo caso le squame sono più grandi e di colore giallastro.

La tricodinia, invece, è una sensazione di dolore e fastidio a carico del cuoio capelluto, a volte accompagnati da bruciore e sensazione di intorpidimento, che si percepisce al tatto, soprattutto alla radice dei capelli. Compare tipicamente quando si pettina o si accarezza la chioma e la causa scatenante in molti casi non è chiara, anche se sembra che le situazioni di stress possano avere un ruolo nella comparsa di questo disturbo. La tricodinia è un disturbo molto fastidioso, ma si tratta di una condizione soggettiva, quindi difficile da definire.

Un altro disturbo del cuoio capelluto è l’iperseborrea, ovvero una produzione eccessiva di sebo dovuta all’attività anomala delle ghiandole sebacee. I primi sintomi sono di solito prurito e dolore al cuoio capelluto, che appare untuoso; anche i capelli assumono un aspetto pesante e opaco. Se non trattata, l’iperseborrea può portare alla caduta dei capelli o allo sviluppo della dermatite seborroica, che provoca di solito un forte prurito e colpisce prevalentemente le persone con pelle del viso piuttosto grassa.

L’iperidrosi, invece, consiste nella produzione eccessiva di sudore da parte delle ghiandole del cuoio capelluto, che appare bagnato e di colore biancastro.

Un’altra condizione che interessa il cuoio capelluto è la tigna, ovvero un’infezione che si manifesta con eruzioni cutanee squamose e aree della cute in cui non ci sono capelli. A causare questa condizione è un fungo, quindi la malattia è facilmente contagiosa: per questo motivo è fondamentale evitare di condividere oggetti personali come pettini, spazzole, asciugamani e copricapi.

Anche la follicolite è un’infezione di origine batterica che riguarda il cuoio capelluto, in particolare il follicolo pilifero. Questi ultimi, infatti, possono irritarsi per varie cause, tra cui anche la rasatura, il trucco o l’abbigliamento.

Per quanto riguarda l’infanzia, inoltre, ci sono anche altre condizioni che possono interessare il cuoio capelluto:

  • i pidocchi, ovvero insetti privi di ali che si annidano sul cuoio capelluto e causano prurito e chiazze d’irritazione; possono colpire chiunque, ma sono molto comuni nei bambini in età scolare;
  • la crosta lattea, un’eruzione cutanea tipica dei neonati che si manifesta con croste oleose e gialle sul cuoio capelluto.

 

Infine, la psoriasi del cuoio capelluto è una malattia della pelle che provoca eritemi e formazione di squame simili a quelle della forfora, al di sotto delle quali la cute appare infiammata, caratterizzata da chiazze di colore rosso. In sostanza, si verifica in quanto il corpo produce troppe nuove cellule e tale accumulo può portare alla formazione di scaglie spesse e incrostate, spesso dolorose e pruriginose. La psoriasi è una malattia cronica, che quindi tende a ripresentarsi, ma generalmente non provoca perdita di capelli.

Quando il cuoio capelluto è secco o arrossato

Come accade nel resto del corpo, anche la cute del cuoio capelluto può apparire secca. La condizione in cui il cuoio capelluto è secco è definita asteatosi ed è legata al ridotto contenuto idrolipidico della cute.

Generalmente è possibile distinguere tre diversi problemi del cuoio capelluto legati alla secchezza:

  • cute secca e disidratata: si presenta a causa di una disfunzione delle ghiandole sudoripare, che impedisce un adeguato afflusso di liquidi sulla cute;
  • cute secca alipidica: si presenza in caso di produzione insufficiente di sebo da parte delle ghiandole sebacee;
  • cute secca, disidratata e alipidica: è una condizione che combina la carenza di liquidi e sebo e determina proprio l’asteatosi.

 

Le cause, comunque, possono essere molteplici, e tra queste ci sono: disfunzioni delle ghiandole che producono sudore e sebo, carenza di vitamina A (avitaminosi) e altre condizioni interne all’organismo che possono causare disidratazione del cuoio capelluto. Anche alcuni fattori ambientali, come il freddo intenso, l’utilizzo di shampoo alcalini e con forte azione sgrassante o trattamenti chimici che disgregano la cheratina sono possibili cause di disidratazione della cute della testa. Infine, il phon troppo caldo disidrata la cute e indebolisce la cheratina, contribuendo a rendere secco non solo il cuoio capelluto, ma anche il capello.

Sulla cute del capo può comparire invece un rossore in caso di irritazione dovuta per esempio a un’eccessiva esposizione al sole senza le adeguate protezioni, al contatto con sostanze irritanti o che provocano allergie o all’uso di detergenti e shampoo troppo aggressivi.

Il cuoio capelluto secco o arrossato è particolarmente sensibile e, per ridurre la sensazione di disagio e migliorare la situazione anche dal punto di vista estetico, è importante adottare i rimedi adeguati. Per farlo, è opportuno prima di tutto avere una diagnosi precisa del problema da affrontare, rivolgendosi al medico o a uno specialista (come un tricologo), che potrà indicare il trattamento più efficace nel caso specifico.

Come mantenere il cuoio capelluto in salute

Per prevenire e contrastare i fastidi che derivano dai disturbi appena citati, è importante adottare alcuni accorgimenti che possono aiutare a mantenere il cuoio capelluto in salute e, di conseguenza, anche i capelli più sani.

Come per la pelle in generale, anche per il cuoio capelluto vale il consiglio di evitare il più possibile i fattori potenzialmente dannosi, come le sostanze irritanti o che possono provocare allergie.

Per la cura dei capelli e del cuoio capelluto è quindi importante utilizzare prodotti di qualità. In generale, i prodotti per la cura dei capelli e del cuoio capelluto devono essere poco aggressivi, per evitare di rovinare il film lipidico e provocare disidratazione. Lo shampoo, per esempio, deve essere delicato e avere un pH leggermente acido, per rispettare quello del cuoio capelluto e dei capelli.
Se la pelle è sensibile, oltre allo shampoo delicato può essere utile, per prevenire e combattere la cute secca, applicare un olio essenziale, un detergente in crema o in gel a base di collagene o comunque specifico per “normalizzare” il sebo, oppure una maschera o una lozione (olio o spray) a base di sostanze naturali. In natura, infatti, si possono trovare diversi rimedi per i problemi del cuoio capelluto, che il dermatologo potrà indicare in base al singolo caso.

Un importante accorgimento riguarda la routine di lavaggio e asciugatura dei capelli, che non devono avvenire a temperature troppo elevate. Anche tamponare i capelli con un asciugamano e il massaggio della testa con le mani può portare molti benefici: stimola la microcircolazione del sangue e la produzione di sebo per contrastare la cute secca, favorisce l’assorbimento nel cuoio capelluto dei prodotti specifici utilizzati e ha un effetto rilassante, utile contro lo stress, che ha un ruolo nello sviluppo dei problemi del cuoio capelluto.

Inoltre, bisogna ricordarsi che, in caso di calvizie, anche il cuoio capelluto, come le altre zone della pelle, è soggetto agli effetti negativi dei raggi del sole. Per il benessere del cuoio capelluto, quindi, l’esposizione al sole deve seguire le normali precauzioni che si adottano per la pelle del corpo: applicare con una frequenza opportuna una protezione solare specifica per il cuoio capelluto, utilizzare cappelli, copricapi o comunque coprire la testa, evitare l’esposizione ai raggi ultravioletti nelle ore più calde, reidratare regolarmente la cute al termine della permanenza al sole.

Non va dimenticato, poi, il ruolo di un’alimentazione sana e bilanciata e la possibilità di integrare la dieta con appositi integratori e prodotti che consentono di raggiungere un adeguato apporto di micronutrienti importanti per il benessere e il nutrimento di pelle e capelli. Per la salute della cute e dei capelli, in particolare, sono importanti le proteine, i minerali, gli oligoelementi e gli antiossidanti.

Allo stesso modo, è importante svolgere attività fisica, ma va notato che sudore, agenti atmosferici e lavaggi troppo frequenti possono indebolire i capelli; a tal proposito, si consiglia di bere abbondante acqua, integrare i sali minerali e utilizzare prodotti non aggressivi.

Infine, se queste possibili soluzioni non sono sufficienti a eliminare i problemi al cuoio capelluto, è bene rivolgersi al dermatologo o al proprio medico di base per ottenere una diagnosi precisa e per individuare le terapie più opportune e mirate a risolvere o almeno a mantenere sotto controllo la causa delle alterazioni del cuoio capelluto e dei fastidi che questi provocano.

La visita tricologica

I disturbi del cuoio capelluto possono essere facilmente risolvibili o essere la spia di condizioni più severe, che richiedono l’attenzione medica. È fondamentale, quindi, chiedere un parere al proprio medico in caso di sintomatologia sospetta; sarà lo specialista a valutare il grado di severità del disturbo e l’eventuale necessità di intraprendere un trattamento specifico. In generale, si consiglia di rivolgersi al medico in caso di:

  • diradamento dei capelli;
  • eccessivo prurito sul cuoio capelluto;
  • eccessiva desquamazione del cuoio capelluto;
  • chiazze di alopecia (ovvero aree del cuoio capelluto prive di capelli).

 

Il medico, dopo aver valutato il singolo caso, valuterà l’eventualità di indirizzare il paziente a una visita tricologica condotta da un dermatologo tricologo: questa visita è fondamentale per individuare eventuali anomalie del cuoio capelluto e i relativi trattamenti più adeguati.

Durante la visita, lo specialista procederà con l’anamnesi, durante la quale raccoglierà tutte le informazioni sul paziente e sulla sua storia clinica. Successivamente sarà effettuato l’esame fisico, che consisterà in un controllo del cuoio capelluto tramite specifici strumenti, volto a individuare la possibile patologia e le eventuali cause scatenanti. Se il motivo per cui il paziente si è rivolto allo specialista è un’eccessiva e anomala caduta dei capelli, il tricologo potrà sopporlo ad alcuni test tricologici; tra questi ci sono il pull test, utile a valutare la resistenza del capello alla trazione, e il wash test, necessario per determinare la quantità dei capelli che cadono durante il lavaggio. Condotti tutti i necessari accertamenti, il medico effettuerà la diagnosi e consiglierà al paziente la soluzione più adeguata al caso specifico.

In sintesi

Il cuoio capelluto è la parte esterna della testa, che ricopre la scatola cranica. Tra le sue principali funzioni, oltre all’aspetto estetico legato alla crescita dei capelli (lisci, ricci, mossi, ecc.), ci sono la protezione dagli agenti esterni e la termoregolazione cerebrale. Il cuoio capelluto è una struttura complessa, composta da cinque strati, ciascuno con le proprie funzioni e caratteristiche. Sono numerose le condizioni che possono interessarlo e provocare prurito, secchezza, bruciore, desquamazione e arrossamento. Tra queste vi sono, per esempio, la dermatite seborroica, la follicolite, la psoriasi, la tricodinia e molte altre. I trattamenti per tali condizioni dipendono, chiaramente, dalla causa scatenante e dovrebbero sempre essere suggeriti da un medico. Per questo motivo, qualora si notino anomalie sul proprio cuoio capelluto, è fondamentale rivolgersi tempestivamente a uno specialista; quest’ultimo, tramite appositi esami, sarà in grado di valutare lo stato di salute dei propri pazienti e indirizzarli verso la cura più adeguata alle varie esigenze.

FAQ

Quali sono le principali funzioni del cuoio capelluto?
Il cuoio capelluto svolge la funzione di barriera protettiva, di isolatore termico e di protettore immunologico.

La forfora è una condizione del cuoio capelluto contagiosa?
No, la forfora non è contagiosa né pericolosa per l’essere umano, anche se può essere molto fastidiosa.

Quali sono le principali anomalie del cuoio capelluto?
Tra le principali condizioni che riguardano il cuoio capelluto ci sono la dermatite seborroica (che si manifesta con forfora, desquamazione e prurito) e l’alopecia (ovvero la perdita dei capelli).

Fonti

  • National Library of Medicine (NIH), Anatomy, Head and Neck, Scalp - Accesso in data aprile 2024
  • TeachMe Anatomy, The Scalp - Accesso in data aprile 2024
  • Health Line BC, Scalp Problems - Accesso in data aprile 2024
  • WebMD, Scalp Problems - Accesso in data aprile 2024
  • Istituto Dermatologico Europeo (IDE), Patologie del cuoio capelluto e tricologia - Accesso in data aprile 2024
  • Mayo Clinic, Seborrheic dermatitis
  • Grimalt R. A practical guide to scalp disorders. J Investig Dermatol Symp Proc. 2007 Dec;12(2):10-4. 
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