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Pelle spellata

La pelle è la prima arma di difesa dell’organismo. Lo protegge infatti dai numerosi agenti esterni che potrebbero mettere in pericolo la salute: dalle minacce biologiche (come i batteri) a quelle chimiche e fisiche (come numerose sostanze tossiche e i raggi ultravioletti presenti nella luce solare).

D’altra parte, questa continua esposizione agli agenti esterni può avere conseguenze sull’aspetto della cute. Come se non bastasse, la sua struttura può alterarsi anche a causa di fattori interni all’organismo, incluse vere e proprie patologie.
Ecco perché è possibile ritrovarsi alle prese con una desquamazione della pelle, che può essere affrontata con rimedi adeguati alla causa scatenante.

Pelle spellata: quali sono le cause più comuni

La desquamazione, ovvero l’eliminazione delle cellule morte dallo strato più superficiale della pelle, è un fenomeno fisiologico che permette il rinnovamento cellulare. In alcuni casi, però, questo processo può essere accelerato da diversi fattori, che fanno sì che pelle appaia secca, screpolata e che inizi appunto a “spellarsi”.
Una pelle secca tendente alla disidratazione, l’esposizione al sole e al vento, climi particolarmente caldi, secchi o, al contrario, umidi sono fra le cause più comuni della desquamazione della pelle.
Altre volte le cause sono da cercare al di fuori dell’epidermide: si può trattare, per esempio, di disturbi di altri sistemi che si riflettono sulla salute della pelle.

Inoltre, la pelle può “spellarsi” per esempio a causa di reazioni allergiche (come quelle alla base della dermatite da contatto) e infezioni (come quelle da stafilococco, la scarlattina o infezioni da parte di funghi, come il piede d’atleta o la tigna) oppure può essere un effetto collaterale di alcuni farmaci.
Tra le possibili cause della desquamazione della pelle sono incluse anche:

  • l’iperidrosi, una condizione in cui la sudorazione è eccessiva anche quando non fa particolarmente caldo o non si sta praticando un’attività fisica intensa
  • la dermatite seborroica, che colpisce prevalentemente il cuoio capelluto e altre zone in cui la pelle può essere particolarmente grassa, per esempio ai lati del naso, sulle palpebre o sul petto.

 

Infine, anche alcune procedure cosmetiche possono causare la desquamazione dell’epidermide. In particolare, la pelle può spellarsi in seguito a trattamenti contro l’acne a base di retinolo, retinoidi o perossido di benzoile, oppure dopo peeling chimici o dopo l’applicazione di creme per il viso contenenti retinolo (come quelle utilizzate per trattare le cicatrici o come antirughe).

Pelle spellata: cosa succede al nostro corpo

Come già accennato, la perdita dello strato più superficiale della pelle è un fenomeno del tutto naturale che permette la rigenerazione dei tessuti dell’epidermide. Infatti, il corpo produce continuamente nuovi corneociti (le cellule dello strato corneo, il più esterno dell’epidermide); in questo modo può sostituire le cellule morte e invecchiate che formano gli strati più superficiali della pelle.
Non solo, la desquamazione contribuisce anche alla riparazione di eventuali danni cutanei. Basta pensare ai raggi ultravioletti responsabili delle ustioni solari: il danno, visibile sotto forma di un comunissimo effetto collaterale della tintarella (la “scottatura”), viene riparato eliminando lo strato più esterno della pelle. In questo caso alla desquamazione della pelle si associano spesso sintomi come irritazioni cutanee, prurito, rossore, bruciore e secchezza, a cui possono aggiungersi anche vesciche, ulcere e dolore.

Pelle spellata: i rimedi più utili

Il trattamento più adatto in caso di spellature dipende dalla causa scatenante e della zona di cute interessata. In generale, dato che la desquamazione dopo un danno cutaneo è un fenomeno naturale che porta alla guarigione della cute, è importante non cercare di accelerare il processo rigenerante rimuovendo lo strato che si sta separando dalla pelle sottostante.
Quando la pelle si spella perché è secca o arrossata è probabile che sia sufficiente applicare regolarmente una crema per veder migliorare la situazione e trovare sollievo da sintomi come la secchezza, il prurito e gli arrossamenti. In genere un unguento (per esempio a base di vaselina) o una crema corposa e nutriente sono più adatti rispetto alle lozioni.

Attenzione allo scrub: anche se delicato, non è sempre la soluzione adatta. È quindi sempre opportuno consultare il proprio medico e seguire i suoi consigli, senza ricorrere a rimedi fai da te, che possono essere controproducenti.
In particolare, è bene rivolgersi al medico se la desquamazione è associata a:

  • febbre o brividi
  • dolore o gonfiore
  • confusione, disorientamento o perdita di conoscenza
  • fiato corto, respiro sibilante o difficoltà respiratorie
  • dolore alle articolazioni
  • rash o vesciche
  • mal di testa
  • nausea, diarrea o vomito
  • linfonodi gonfi
  • sintomi simil-influenzali
  • occhi secchi o disturbi della vista
  • ustioni estese, soprattutto nei bambini, negli anziani o in persone con problemi di salute.

 

Oltre a esaminare l’aspetto della pelle, il medico valuterà la storia medica individuale e si informerà sulla durata del problema e sulle sue possibili cause. In questo modo, potrà eventualmente consigliare l’uso di prodotti specifici, adatti anche alle pelli più sensibili.
Nel caso in cui sospetti un’infezione o la presenza di patologie, il medico potrebbe prescrivere ulteriori accertamenti.

Pelle spellata: come è possibile prevenire

Spesso la desquamazione cutanea può essere prevenuta con semplici accorgimenti che consentano di evitare l’esposizione agli agenti chimici, biologici o atmosferici che danneggiano l’epidermide, facendola spellare.
In caso di forme allergiche il trucco sta nell’evitare il contatto con le sostanze che scatenano la reazione, per esempio profumi, mentre per non esporsi all’azione dannosa degli ultravioletti è possibile utilizzare creme con un fattore di protezione adeguato al proprio fototipo (che dipende dal colore di pelle, occhi e capelli), da applicare prima di esporsi al sole su tutte le zone del corpo che resteranno scoperte dagli indumenti: non solo viso (labbra comprese), braccia e gambe, ma anche mani, piedi, orecchie, tronco e schiena.

È importante ricordare che questa precauzione non deve essere adottata solo al mare in estate, ma anche in montagna e in città, dove gli ultravioletti esercitano esattamente lo stesso effetto.
Attenzione anche alla lampada abbronzante e alla doccia solare: si basano sull’azione degli ultravioletti e richiedono l’uso di prodotti (crema o olio solare) con fattori protettivi.
Dopo l’esposizione è invece bene utilizzare un prodotto doposole che aiuti a idratare l’epidermide. In questo modo ci si può garantire un’abbronzatura sana: grazie alla produzione di melanina, la pelle abbronzata assumerà un bel colorito e non correrà né il rischio di spellature né quello di altri inestetismi, come le macchie che possono comparire nel corso degli anni.

Una corretta idratazione aiuta a prendersi cura anche delle pelli che tendono a seccarsi. È utile sia bere abbastanza (preferibilmente acqua o tisane senza zucchero), sia utilizzare prodotti cosmetici specifici, scegliendo la soluzione idratante più adatta al proprio tipo di pelle, da quelle delicate a quelle più grasse.
Infine, un aiuto può arrivare anche dagli integratori alimentari, in particolare quelli ricchi di antiossidanti e di nutrienti in grado di fornire alla pelle ciò di cui ha bisogno per mantenersi in salute.

Fonti